Quando la farina di castagne costituiva il principale alimento per la gente di montagna, accanto ad ogni castagneto esisteva una piccola costruzione denominata essiccatoio o “metato”. Solitamente il metato era composto da un solo ambiente a due piani, separati da una serie di travetti di legno a distanza di circa mezzo metro l’uno dall’altro su cui veniva appoggiato uno strato fitto di “cannicci”. Le castagne venivano rovesciate sullo strato di cannicci dalla finestra posta su un lato. Una volta posto uno strato di castagne ritenuto sufficiente sulle cannicci, sul pavimento in pietra al piano inferiore veniva acceso il fuoco, che doveva rimanere acceso e consumarsi lentamente per circa 40 giorni. Una volta seccate le castagne venivano poi portate ai mulini posti lungo il torrente Tresinaro e qui macinate per ottenerne preziosa farina. A Carpineti i metati erano centinaia. Solo in questo castagneto ne esistevano otto, e le loro rovine si possono ancora rinvenire passeggiando nei dintorni. Il metato qui sotto è oggi sede di un percorso didattico sulla civiltà del castagno denominato “La casa del pan d’albero” rivolto a scolaresche elementari e medie e visitabile su prenotazione (Comune di Carpineti – Telefono 0522/615023).
This metato is now home of an educational course about the culture of chestnut called “la casa del pan d’albero” for elementary and teenage schools, that can be visited trough booking at Comune di Carpineti – 0522 615023.