Marola

Altitudine: 807 m. s.l.m.
Beni culturali: Badia romanica XI sec.; Canova e Castello, borghi con case a torre; Metati.
Escursioni naturalistiche: Nei castagneti seguendo vari percorsi.
Principali manifestazioni: Fiera di S. Rocco (15-16 agosto); Festa della castagna (1^-2^-3^ domenica del mese di ottobre).
Acquistare: Parmigiano-Reggiano, salumi, pane, biscotti, castagne, marroni.
Marola è un attrezzato centro turistico e di villeggiatura a soli 30 km. da Reggio Emilia, tra i più accoglienti e apprezzati della provincia per l’aria salubre ed il notevole valore ambientale e paesaggistico.
L’abitato sorge su un poggio elevato, distribuito su rilievi come il monte Re, monte Le Borrelle, Pian del Lago: è circondato da bellissimi castagneti, vanto e orgoglio dei pochi abitanti residenti e dei tanti che vi si aggiungono nel periodo estivo.
Gran parte dell’ospitalità di Marola va attribuita, infatti, all’efficiente proloco, sorta nel 1951: oltre ad occuparsi della valorizzazione ambientale e turistica della frazione, l’associazione organizza un ampio programma di escursioni naturalistiche e manifestazioni culturali che spaziano dalle serate teatrali a quelle musicali e sportive, allo scopo di creare momenti di aggregazione e intrattenimento.
Nel mese di ottobre sono soprattutto i castagneti del monte Le Borrelle, di fianco alla badia romanica, ad essere presi d’assalto dai raccoglitori di castagne, provenienti non solo dal reggiano, ma anche da fuori regione; in questo periodo la pro-Marola organizza, ormai da 36 anni, la Festa della castagna con un programma ricco di iniziative accattivanti. Oltre al tradizionale “padellone” per la preparazione delle caldarroste (il più grande d’Italia con un diametro di oltre due metri), sono infatti presenti mostre artigianali e artistiche, complessi bandistici, stand con prodotti tipici locali ed altre fonti di richiamo per i numerosi visitatori (nel 1999 si sono registrate 25.000 presenze) che salgono quassù nelle tre giornate di festa.
Le prime notizie storiche di questa località, appartenuta ai Canossa, risalgono all’XI sec. Quando alcuni montanari benedettini iniziarono ad accogliere nel loro modesto “ospitale” pellegrini e viandanti in transito sulla più importante via di attraversamento dell’Appennino la quale, congiungendo Canossa al Passo delle Radici e Pradarena, proseguiva poi verso le terre di Garfagnana e Lunigiana.
Tra le emergenze architettoniche più vicine a quel periodo ricordiamo la badia romanica dedicata a S. Maria, che sorge nell’altura del monte Le Borrelle, tra imponenti castagneti. Costruita dopo il 1092, la chiesa fu voluta dalla contessa Matilde di Canossa quale ricompensa per i servigi resi alla chiesa e alla comunità dal monaco Giovanni da Marola, che qui viveva in grande povertà.
Dopo il restauro del 1955, è riapparso l’aspetto originario della facciata a capanna, ornata da un bel portale in arenaria affiancato da semicolonne con capitelli scalpellati ad intreccio; l’abside ed alcuni capitelli medievali completano la suggestione dell’interno.
Accanto alla badia sorge un antico monastero adibito nel XVI-XVII sec. A dimora di feudatari e trasformato nel 1824 in un seminario vescovile, per volere del duca di Modena Francesco IV.
Nell’arco del tempo l’edificio ha subito vari ampliamenti e modifiche che ne hanno cambiato nettamente le caratteristiche iniziali. Oggi, non essendo più attivo il seminario, nell’ampia e accogliente struttura trovano ospitalità pellegrini in ritiro spirituale, studiosi a convegno e gruppi parrocchiali.
Nelle vicinanze, silenziosi tratturi erbosi conducono all’interno dei castagneti dove si aprono, improvvisi e inaspettati, edifici rurali conservati nel tempo.
Significativi, per le loro antiche testimonianze, sono pure i numerosi borghi che conservano preziose strutture a torre: una, cinquecentesca, affiancata da un palazzo con loggiato a quattro luci a tutto sesto su colonne cilindriche, resiste ancora a Canova; un’altra, secentesca, sorge isolata tra i boschi accanto all’oratorio di S. Rocco, in zona Castello. Tutt’intorno i secolari castagneti di Marola, generosi di frutti oggi come in passato, vegetano rigogliosi grazie al clima e al suolo siliceo sciolto; nella giusta stagione essi diventano vero richiamo per i cercatori di funghi che qui giungono da tempo con assidua passione.
Per gli amanti della natura e delle passeggiate nel verde, sono stati tracciati dalla locale pro-loco numerosi itinerari escursionistici che consentono di raggiungere i metati, le piccole costruzioni in pietra arenaria utilizzati in origine per l’essiccazione delle castagne.
Alcuni punti panoramici dei percorsi, spaziando fino al crinale del monte Valestra e del monte Fosola, dominano gran parte dell’Appennino tosco-emiliano, destando ogni volta emozioni inattese.

Da ricordare inoltre le buone strutture ricettive e i diversi impianti sportivi che offrono servizi efficienti e moderni, unitamente ai numerosi ristoranti locali dove si possono gustare piatti tipici e genuini della tradizionale cucina montanara.

da “Conoscere Carpineti” di Diva Valli e Stefania Beretti