Pianzano

Altitudine 565 m. s.l.m.
Beni culturali:
  • Chiesa parrocchiale della natività di Maria Vergine XVI sec.;
  • Borago, borgo con torre e oratorio del XVIII sec.;
  • Ibatica, corte rurale con torre;
  • Mandra, santuario di S. Liberata;
  • Romagnano, edificio a torre XV – XVI sec.;
  • Casa-torre XV sec.;
  • Valmezzana, corte rurale.
Escursioni naturalistiche: “Sentiero Spallanzani”; Sentieri locali.
Poco distante da Piago, in direzione Baiso, un’indicazione ci invita a scendere per l’ombreggiata stradina che conduce a Pianzano: la località immersa nel verde e ben soleggiata è disposta ad anfiteatro in una conca dove la natura regna indisturbata e si respira una quiete d’altri tempi.
Il borgo ospita una piccola chiesa dedicata alla Natività della Beata Vergine, esistente già nel 1302, ma ricostruita probabilmente attorno al XVI sec. e dotata successivamente di canonica grazie al contributo dei numerosi fedeli. La sobria facciata a capanna, rivolta a levante, presenta un portale architravato sormontato da una piccola finestra quadrilobata.
Internamente si conservano preziose arenarie della pieve di S. Vitale.
Alle spalle della chiesa si erge snello il campanile arricchito da interessanti particolari decorativi e una piccola meridiana.
Di notevole interesse storico e religioso, il santuario di Mandra si cela in una località isolata e suggestiva sul monte Uccellara dove già dal 1057, in epoca matildica, sorgeva un castello di cui rimangono oggi solo poche tracce a sud-est del pianoro.
Costruito nel 1600 e dedicato ai SS. Martiri Fabiano e Sebastiano, l’edificio venne ampliato nel 1800 con l’aggiunta di un’abside e un altare laterale dedicato alla veneratissima S. Liberata, che richiamava folle di devoti dalle zone circostanti e dalle vicine province.
Ancora oggi, nel mese di maggio, gruppi di fedeli si incamminano lungo il sentiero, oltre la chiesa di Pianzano, tra boschi e siepi di ginestre, per assistere alle funzioni domenicali sul colle dell’oratorio. Scendendo dalla carrozzabile asfaltata, tra i monti Valestra, S. Vitale e Uccellara, si entra in breve nel significativo borgo rurale di Romagnano.
Il nucleo conserva in gran parte intatte tipologie e strutture originarie con impianto del XV sec. Di particolare interesse architettonico è l’edificio a torre quattro-cinquecentesco che si innalza imponente nel borgo, impreziosito da originali conci angolari smussati e zigrinati e ricercate finestrelle in arenaria riccamente incise a zigrino, losanghe, spina di pesce, a croce e riquadri concentrici. Sono presenti inoltre bugne e sporgenze benaugurali, legate a credenze della civiltà medievale.
Da Romagnano, seguendo l’indicazione “Casella” e coprendo il percorso a piedi lungo una carrareccia tra i campi, si raggiunge in trenta minuti Valmezzana.
Il nucleo abitativo è composto da un’interessante corte rurale in stato di abbandono, con edificio padronale articolato ad una piccola torre terminante a colombaia; frontalmente sorge l’oratorio secentesco dedicato a S. Francesco di Paola con facciata a capanna, portale architravato e finestrella trapezoidale sagomata.
Questo borgo diede i natali a don Bartolomeo Cavalletti (1843-1915), per trent’anni economo del seminario maggiore di Reggio Emilia, grande e insigne benefattore del comune di Carpiteti.
Lasciando a destra la strada che porta a Baiso, dopo qualche tornante asfaltato, si entra nell’abitato di Borago dove ci accolgono una torre-colombaia a tre livelli, con tetto a quattro acque e campaniletto a vela, un grazioso oratorio dedicato a S. Luigi, con pianta ad aula e fronte a capanna, sul quale si apre una finestrella quadrilobata.
Il portale architravato è sormontato da un concio “1740”.
Gli amanti dei percorsi naturalistici possono in questi luoghi liberare la fantasia, seguendo in più punti il segnavia locale bianco-azzurro, oppure il segnavia bianco-rosso del “ Sentiero Spallanzani”, nel tratto Mandra-Pianzano-S.Vitale. Oltrepassando Romagnano, altri sentieri conducono a sorgenti e ruscelli, ove si sviluppa abbondante il crescione, in un ambiente tranquillo e incontaminato.

Prima di entrare nel borgo di Valmezzana, imboccato il sentiero a levante e superato il bosco, si incontra un piccolo rilievo caratterizzato da spesse stratificazioni di marne e arenarie che inglobano una numerosa varietà di fossili, tra cui gasteropodi e bivalvi miocenici (7-25 milioni di anni fa).

da “Conoscere Carpineti” di Diva Valli e Stefania Beretti