Il territorio di Carpineti è stato un luogo difficile da colonizzare per l’uomo primitivo. Le caratteristiche del territorio erano di asprezza, il clima era ingeneroso, ed egli poco poteva nei confronti delle imposizioni che la natura applicava. L’area Carpinetana, caratterizzata da pendii scoscesi, vallate di difficile accesso e clima collinare rigido in inverno, rappresentava una sfida troppo dura da vincere. La zona del crinale che dal monte Valestra si estende al monte Fosola veniva abitata soltanto per brevi periodi, durante la bella stagione, da cacciatori che dal vicino Appennino tosco-emiliano si avventuravano in queste zone durante battute di caccia. Fu soltanto in epoche successive, probabilmente grazie a mutamenti climatici che ebbero buone ripercussioni su vegetazione e fauna, che l’uomo poté insediarsi stabilmente nella zona.
L’età del bronzo
Le prime tracce di presenza umana stanziale nel territorio di Carpineti risalgono all’età del bronzo, attorno al IX Secolo a.C. Da quell’epoca ci sono pervenuti preziosi reperti rinvenuti sul Monte Valestra nei pressi dell’oratorio di San Michele, a testimonianza dell’esistenza di un piccolo insediamento a ridosso di un riparo roccioso naturale in grado di accogliere un modesto nucleo abitativo. Grazie agli scavi archeologici effettuati in questo sito a cavallo degli anni ’60 e ’70, è stato possibile riportare alla luce numerosi reperti, fra cui ceramiche grezze, anse in ceramica fine di varie forme, tazze carenate, osso lavorato, perline di vetro, statuette zoomorfe. Dallo studio dei reperti è stato possibile per gli esperti collocare l’insediamento nell’epoca classificata come media-tarda Età del Bronzo (IX – VIII sec. A.C.) ed Età del ferro (VII sec. A.C.). Sono inoltre state chiarite alcune delle abitudini di questi primitivi: essi si dedicavano prevalentemente alla pastorizia (maiali, capre, cavalli), e riservavano alle attività di caccia un ruolo di secondo piano.
I Liguri
Nei secoli successivi altre popolazioni provenenti dall’antica Liguria scelsero il Monte Valestra e il Monte San Vitale come luoghi in cui fondare insediamenti. Il loro avvento diede origine alla stirpe detta “dei Liguri”, che si sviluppò placidamente tramandando usi e costumi fra le generazioni, sviluppando la propria civiltà, la propria arte, la propria religione. Attorno al 256 a.C., in seguito all’espansione dell’impero Romano, i Liguri furono soggiogati, anche se per oltre un secolo opposero una forte resistenza, della quale rimangono ancora oggi molte tracce, miti e leggende. Dei Romani i Liguri acquisirono progressivamente la cultura, le abilità e le tecnologie, che consentirono loro di essere artefici di un nuovo sviluppo. Fu un passo ulteriore nel cammino della civiltà, che migliorò considerevolmente le abitudini di vita e permise, fra l’altro, di dare inizio alla costruzione di nuove vie di comunicazione, grazie alle quali essi avviarono scambi con le popolazioni delle zone vicine.
Bizantini e Longobardi
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, avvenuta nel 476 d.C., l’intera penisola italica fu presa d’assalto dai Barbari, la zona dell’odierna Carpineti fu teatro di battaglie, in cui i Bizantini e i Longobardi si contesero il controllo delle colline Reggiane. La linea su cui si fronteggiavano le due fazioni era rappresentata dai monti San Vitale e Valestra, che già costituivano un importante centro strategico e amministrativo, il Verabolo. Questa zona restò per un lungo periodo sotto il controllo Bizantino, durante il quale si diffuse il Cristianesimo, che lasciò molte testimonianze fra cui la Pieve di San Vitale, edificio religioso eretto sull’omonimo promontorio, che rivestì notevole importanza politica e religiosa per i successivi dieci secoli. I Bizantini rimasero per oltre un secolo, dopodiché s’impose il dominio Longobardo, destinato però a decadere nella seconda metà del secolo VIII per opera dei Franchi.