L’Abbazia di Marola

Marola rappresenta da anni una delle località turistiche più significative della montagna reggiana, meta tradizionale di villeggiatura e sede di manifestazioni di richiamo (festa della castagna in ottobre). Marola è però conosciuta da secoli soprattutto per l’abbazia matildica e l’annesso seminario, storico centro di cultura per tutta la montagna. La chiesa, che si trova a poca distanza dall’abitato in direzione di carpineti, fu fondata dalla contessa Matilde tra 1076 e 1092, con costruzione del monastero in un periodo di poco successivo. La chiesa e il convento avevano ricevuto dotazioni terriere dalla contessa e gli eremiti erano in numero tale da costituire una comunità religiosa prospera e autorevole. Rapidamente il monastero di Marola si consolidò acquisendo altre proprietà fondiarie su un’area assai estesa, anche al di fuori della montagna. La struttura muraria della chiesa fu soggetta nei secoli a radicali ristrutturazioni che ne mutarono completamente l’aspetto originario. Nel 1754 l’ennesima ristrutturazione aveva ridotto la chiesa a una sola navata a croce latina. Solo nel 1955 venne avviato un processo di restauro e ricostruzione che ha ripristinato il complesso nella sua struttura primitiva. L’Abbazia mostra una facciata a capanna con un portale a tutto sesto, strombato, caratterizzato da esili semicolonne sormontate da capitelli fogliati in arenaria valestrina. Si osserva, al centro, una bifora. L’edificio sacro è orientato liturgicamente. Nell’abside risalta una decorazione ad archetti. Il “palazzo” è arricchito da due chiostri interni mentre, all’esterno, a est, restano i torrioni circolari. Nel palazzo adiacente, sede del seminario, si notano ampie tracce dell’antica costruzione che fu proprietà nel tempo dei Fontanella, degli Amorotti e dei Sabbatini.